Fisco: Unimpresa, controlli si accaniscono su pmi e partite Iva

L’85% delle verifiche su aziende piccole, artigiani e liberi professionisti. Su 121mila accertamenti, 105mila sono a carico delle imprese minori. La maggior parte delle verifiche tributarie è su piccoli importi: il 53% su maggiore imposta accertata fino a 15mila euro e il 24% fino a 51mila. Nella fascia più alta, da 15.493.708 euro in su, ci sono state solo 31 verifiche su grandi gruppi societari. Il vicepresidente Pucci: “Lo storytelling del fisco amico è una fakenews, l’amministrazione finanziaria si accanisce coi più deboli e stringe patti, con la scusa della compliance, coi grandi gruppi societari, industriali e finanziari”.

Pmi, artigiani e partite Iva sempre più osservate speciali dell’amministrazione finanziaria. Oltre 100mila accertamenti fiscali in un anno a carico delle piccole imprese che, con l’85% del totale delle verifiche subite, risultano largamente il comparto più “ispezionato” dall’amministrazione finanziaria. Sono poco più di 2.300, invece, ovvero meno del 2% complessivo, le ispezioni sui grandi gruppi societari mentre superano quota 11mila (meno del 10%) i controlli a carico delle medie aziende. In totale, gli accertamenti sulle partite Iva sono stati oltre 120mila e la stragrande maggioranza si è concentrata su importi di tasse contenuti: 65mila ispezioni (53%) su maggiore imposta accertata fino a 15mila euro, 30mila controlli (24%) fino a 51mila euro, 15mila verifiche (12%) fino a 155mila. Mentre nella fascia più alta, da 15.493.708 euro in su, ci sono state solo 31 verifiche su grandi gruppi societari. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa sugli accertamenti tributari, secondo la quale gli enti no profit hanno subito 4.200 verifiche (3%). “Dimostriamo, numeri alla mano, che lo storytelling del fisco amico è una fakenews. L’amministrazione finanziaria si accanisce coi più deboli e stringe patti, con la scusa della cosiddetta compliance, coi grandi gruppi societari, industriali e finanziari” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

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Secondo l’analisi dell’associazione, che ha incrociato dati della Corte dei conti e del ministero dell’Economia, nel 2016 il totale dei controlli fiscali sulle partite Iva sono stati 121.817: di questi, 2.367 (1,94%) si sono concentrati su grandi gruppi societari, 11.120 (9,13%) su medie aziende, 104.162 (85,51%) su piccole imprese e liberi professionisti, 4.200 (3,45%) su enti no profit. La fetta maggiore di ispezioni fiscali si è concentrata su importi di tasse contenuti: 65.542 verifiche (53,80%) fino a 15.494 euro, 30.217 (24,81%) fino a 51.646 euro, 14.967 (12,29%) fino a 154.937 euro, 4.880 (4,01%) fino a 309.874 euro, 2.161 (1,77%) fino a 516.457 euro, 2.669 (2,19%) fino a 1.549.371 euro, 1.108 (0,91%) fino a 5.164.569 euro, 241 (0,20%) fino a 15.493.707 euro, 32 (0,03%) fino a 25.822.845 euro e altre 32 (0,03%) oltre 25.822.846 euro.

Più del 90% dei controlli si è concentrato su maggiore imposta accertata fino a 154.937 euro. Nella fascia di maggiore imposta accertata fino a 15.494 euro, i controlli sono così ripartiti: 616 su grandi gruppi, 4.078 su medie aziende, 58.474 su piccole imprese, 2.374 su enti no profit. Nella fascia fino a 51.646 euro, le ispezioni risultano così ripartite: 326 su grandi gruppi, 2.309 su medie aziende, 26.413 su piccole imprese, 1.169 su enti no profit. Nella fascia più alta, oltre 25.822.846 euro, le verifiche fiscali sono state solo 32 e hanno riguardato 16 grandi gruppi societari, 12 medie aziende e 4 piccole imprese. Nella fascia immediatamente precedente, da 15.493.708 euro fino a 25.822.845 euro, le ispezioni hanno interessato 15 grandi gruppi societari, 10 medie aziende e 7 piccole imprese.