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Elezioni: da fisco a lavoro, le proposte di Unimpresa ai partiti

Giovedì 8 febbraio, a Roma, davanti ai rappresentanti delle forze politiche, l’associazione presenta il suo documento con idee e suggerimenti per la prossima legislatura.

Fisco, lavoro, sanità, Mezzogiorno, internazionalizzazione, turismo, sport e tempo libero. Questi gli argomenti chiave del documento “5 anni con l’Italia al centro” che racchiude le proposte di Unimpresa per la prossima legislatura e sarà presentato ufficialmente giovedì 8 febbraio a Roma, all’Auditorium di via Veneto n. 89, alle ore 10.30. L’evento sarà aperto dall’intervento del presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, cui farà seguito il saluto del segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano.

La mattinata di lavori – moderata dal direttore di Rai Vaticano, Massimo Milone – proseguirà con le relazioni di Claudio Pucci (vicepresidente di Unimpresa con delega al fisco), Giancarlo Bergamo (responsabile del Dipartimento lavoro e welfare), Ivan Sciarretta (consigliere nazionale Unimpresa con delega alla sanità), Adriano Giannola (presidente Svimez), Mario Ciardiello (responsabile Dipartimento estero Unimpresa), Salvatore Bulgarella (esperto internazionale di strategie e sviluppo del territorio) Dario Tozzi (vicepresidente Unimpresa con delega allo sport).

Subito dopo l’illustrazione dei dettagli delle proposte di Unimpresa, la parola passerà ai rappresentanti delle forze politiche e ad altri ospiti. Sul palco si alterneranno Ettore Rosato (capogruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati), Renato Brunetta (capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati), Guido Guidesi (capogruppo Lega alla Commissione Bilancio della Camera), Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), Mario Baccini (presidente Ente nazionale per il Microcredito).

“Le nostre imprese – si legge nell’introduzione del documento programmatico di Unimpresa – hanno assoluta necessità di vedere alleggerita la morsa fiscale e burocratica che le attanaglia, facendole viaggiare col freno a mano tirato o, peggio, con le ganasce ai piedi. La pressione fiscale in generale e, in particolare, quella che grava, come un macigno, sulle medie, piccole e micro imprese, rappresenta una vera camicia di forza, che mortifica e impedisce alle energie esistenti di esprimersi adeguatamente. La pressione fiscale, esercitata indistintamente sulla piccola e sulla grande azienda, la burocrazia limitante, l’accesso difficile al credito e le molteplici tassazioni indirette costituiscono un insieme di limitazioni e di penalizzazioni, atte a scoraggiare, più che ad assecondare, persino la più determinata volontà di impresa”.

Secondo Unimpresa “la crisi economica, scaturita da quella immobiliare e finanziaria del 2007/2008, scoppiata negli Stati Uniti d’America, ha colpito gran parte dell’economia mondiale, con devastanti ed effetti recessivi e di stagnazione, modificando radicalmente molti degli scenari industriali e commerciali, rispetto a come eravamo abituati a viverli. Da una parte, la globalizzazione ha prodotto ricchezze derivanti dai nuovi scenari, derivati dalla crescente cultura digitale e dal web (vedi internet ed esportazione di prodotto), avvantaggiando, in tal modo, i paesi post moderni ed emergenti, dall’altra, ha penalizzato, purtroppo, maggiormente paesi, come l’Italia, nel quale il tessuto imprenditoriale è costituito da poche aziende internazionali e da moltissime aziende locali, medie e piccole, soprattutto micro imprese che, a oggi, rappresentano ancora più del 90% del tessuto imprenditoriale nazionale”.

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