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Approvate le linee guida sulla gestione delle terre e rocce da scavo

Dall’Ispra le linee guida sull’utilizzo delle terre e rocce da scavo provenienti dall’attività di costruzione: un punto di riferimento interpretativo del DPR 120/2017.

Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), con delibera n. 54 del 9 maggio 2019, ha approvato le “Linea guida sull’applicazione della disciplina per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo“, al fine di migliorare l’azione dei controlli attraverso interventi ispettivi sempre più qualificati, omogenei e integrati.

Le terre e rocce da scavo sono intrinsecamente definite dei “rifiuti”, a meno che non siano verificate condizioni particolari in base alle quali esse possono assumere qualifiche diverse (e conseguentemente essere sottoposte ad un diverso regime giuridico).

Con la pubblicazione in Gazzetta del DPR 13 giugno 2017, n. 120 contenente il:

Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell’art. 8 del decreto legge 12 settembre 2014 n. 133, convertito con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164“.

è stato, quindi, definito il quadro normativo di riferimento.

Il documento in esame non ha valore normativo, ma può costituire un punto di riferimento interpretativo del DPR 120/2017 nella gestione delle terre e rocce da scavo provenienti dall’attività di costruzione.

Linee guida

Obiettivi

Le linee guida sono finalizzate all’applicazione della seguente disciplina:

  • analisi del DPR e individuazione delle criticità applicative (ad esempio modalità operative di campionamento, aspetti procedurali, ecc.)
  • definizione di un approccio comune finalizzato ad una applicazione condivisa delle diverse disposizioni con particolare riferimento ai compiti di monitoraggio e controllo attribuiti al SNPA, fermi restando i compiti di vigilanza e controllo stabiliti dalle norme vigenti per le Agenzie
  • definizione di criteri comuni per la programmazione annuale delle ispezioni, dei controlli dei prelievi e delle verifiche delle Agenzie regionali e provinciali.

Contenuti

Il documento parte dall’inquadramento normativo.

La gestione delle terre e rocce da scavo rientra nel campo di applicazione della parte IV del dlgs n. 152/2006; a seconda delle condizioni che si verificano le terre e rocce possono assumere qualifiche diverse e conseguentemente essere sottoposte ad un diverso regime giuridico.

Il DPR 120/2017 ricomprende, invece, in un unico corpo normativo tutte le disposizioni relative alla gestione delle terre e rocce da scavo qualificate sottoprodotti; in particolare disciplina:

  • la gestione delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti, ai sensi dell’articolo 184 – bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, provenienti da cantieri di piccole dimensioni, di grandi dimensioni e di grandi dimensioni non assoggettati a VIA o a AIA, compresi quelli finalizzati alla costruzione o alla manutenzione di reti e infrastrutture
  • il riutilizzo in situ di terre e rocce da scavo, che come tali sono escluse sia dalla disciplina dei rifiuti che da quella dei sottoprodotti ai sensi dell’articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che recepisce l’articolo 2, paragrafo 1, lettera c), della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti
  • il deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate rifiuti
  • la gestione delle terre e rocce da scavo prodotte nei siti oggetto di bonifica.

Oltre ad analizzare il quadro normativo di riferimento, analizza:

  • requisiti di qualità ambientale per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti sia nei cantieri di grandi dimensioni che in quelli di piccole dimensioni
  • le tematiche relative alle terre e rocce da scavo prodotte nei siti oggetto di bonifica
  • l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce escluse dalla disciplina rifiuti ai sensi dell’art. 24 del dpr 120/2017
  • le criticità applicative relative alla valutazione del requisito della normale pratica industriale
  • la qualifica delle matrici materiali di riporto
  • il documento di trasporto
  • il piano di utilizzo, dichiarazione di utilizzo e di avvenuto utilizzo
  • i criteri comuni per la programmazione annuale delle ispezioni, dei controlli, dei prelievi e delle verifiche da parte delle agenzie regionali e provinciali
  • i criteri e metodologie comuni per le verifiche tecniche ed amministrative finalizzate alla validazione preliminare del PUT

Chiude la pubblicazione l’allegato 1 contenente:

  • misure per la mitigazione degli effetti del trattamento a calce sull’ambiente

FONTE: “BibLus-net by ACCA – biblus.acca.it

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