Accertamenti fiscali: i consigli per evitarli

ispettorato-del-lavoroTutti gli accorgimenti e i comportamenti da tenere per sfuggire agli accertamenti del Fisco e al “Redditometro”.

Come ogni fine dell’anno, vogliamo sempre pensare a dei buoni propositi per l’anno successivo. Uno di questi potrebbe essere quello di evitare di entrare nell’occhio del Fisco, e quindi evitare di essere oggetto di possibili accertamenti fiscali.

Una cosa che ancora molti non sanno è che l’Agenzia delle Entrate effettua la sua attività di accertamento soltanto dopo che da una delle sue banche oltre 130 banche dati, che costantemente osservano e registrano ogni nostra transazione, atto o pagamento, sono emerse delle incoerenze o degli atteggiamenti non credibili da parte di un contribuente. In pratica, i controlli del Fisco partono, per la maggior parte delle volte, da nostri comportamenti errati, a prescindere dal fatto che gli stessi siano effettivamente voluti, oppure derivino da inosservanze sviste, o semplicemente da una errata buona fede.

La ricerca della “compliance – Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate sta cercando sempre con maggiore enfasi gli evasori fiscali, soprattutto gli evasori totali, ovvero i soggetti che percepiscono redditi ma sono totalmente sconosciuti al Fisco. Scovare questi soggetti non è facile perché vivono nel più totale anonimato, e per questo negli ultimi anni le armi a disposizione del Fisco si sono notevolmente affinate. Basti pensare a tutte le informazioni di cui il Fisco può disporre basta pensare a tutti i dati necessari a predisporre il famoso 730 precompilato. Certificazioni fiscali, spese sanitarie, premi di assicurazioni, interventi edilizi, le transazioni sui conti correnti sono soltanto una piccola parte delle informazioni che il Fisco può consultare su di noi. Naturalmente il Fisco non riesce a controllare tutti, ma focalizza la sua attenzione sui soggetti che presentano anomalie, ovvero, i c.d. soggetti “non compliance”.

Gli accertamenti  I contribuenti che presentano dati anomali in una o più di queste banche dati vengono selezionati e inseriti in apposite liste, che in pratica, sono quelle da dove attingono i verificatori per avviare le loro attività accertative. Non tutti però possono essere selezionati per essere sottoposti al c.d. “Redditometro”, ovvero un particolare metodo di accertamento induttivo, volto a ricostruire il reddito del contribuente sulla base delle spese che ha effettuato nel corso dell’anno. Niente paura, se avete fatto tutto in regola non avete niente da temere, ma in ogni caso è sempre bene evitare questo tipo di noie, anche perché farsi affiancare da un avvocato e da un commercialista per il contenzioso tributario è costoso e anche lungo. Ecco perché è bene non essere inseriti in queste liste.

I comportamenti da tenere – L’obiettivo che vogliamo porci è quello di non finire anche noi in una di queste liste di “cattivi contribuenti”, e per questo motivo è fondamentale seguire alcuni consigli, che possono sicuramente esservi utili. In pratica dobbiamo comportarci come soggetti che non presentano alcun rischio evasione, e che quindi non adottano comportamenti “border line”, o quanto meno equivoci nella loro vita di ogni giorno.

  • Effettuare pagamenti con modalità tracciabili – In questo senso i pagamenti con bancomat, carte prepagate, carte di credito, assegni, o bonifico, sono sempre da preferire ai contanti. I pagamenti di piccolo importo nella vita quotidiana non devono darci preoccupazione, ma nel caso in cui ci apprestiamo a fare un viaggio, a comprare un’auto, ma anche soltanto a comprare un bene costoso, il pagamento tracciato ci consente di ricostruire la movimentazione finanziaria, ma soprattutto ci consente di poter dimostrare l’utilizzo delle somme di denaro;
  • Certificare sempre i finanziamenti, i lasciti e i prestiti fatti ai familiari – Quando si presta del denaro, anche a familiari, è sempre opportuno effettuare un atto scritto, meglio se pubblico, nel quale si dispone dell’utilizzo di alcune somme di denaro. Il Fisco non può essere a conoscenza di questi passaggi di denaro e per questo avere un atto scritto può semplificarci la vita nel caso in cui dovessimo giustificare queste entrate;
  • Catalogare e conservare la documentazione utile – La paura di molti contribuenti è quella di essere sottoposti al redditometro, in quanto per loro è difficile ricordare come hanno effettivamente speso alcune somme alcuni anni prima. Per questo conservare i documenti più importanti e gli estratti conto bancari, sarà sicuramente utile per dimostrare la bontà delle operazioni effettuate. Attenzione, però, non dobbiamo conservare tuti gli scontrini, ci basterà conservare le ricevute più importanti;
  • Dimostrazione del reddito – Se percepiamo redditi esenti, o redditi sottoposti a ritenuta a titolo di imposta, come Bot, Cct, o redditi sottoposti a tassazione separata, abbiate cura dei documenti che provano l’effettivo incasso di queste somme. Il Fisco potrebbe non aver collegato queste somme con le spese che state facendo, per questo avere traccia di questi incassi è fondamentale. Ancora più importante è tenere traccia di eventuali finanziamenti ricevuti, anche da parte di altri componenti del nucleo familiare. Ad esempio, se concediamo in locazione (anche turistica) un’immobile dobbiamo stare attenti a conservare le ricevute dell’affitto, soprattutto se si incassa in contanti;
  • Attenzione alle spese dei figli – I figli mantenuti dai genitori, ma che ad esempio si comprano un auto possono essere accertati, soprattutto se si intestano la macchina. Il Fisco, se il figlio è a carico dei genitori potrebbe insospettirsi per un acquisto così importante da parte di un soggetto che non percepisce redditi. In questo caso, sarà sufficiente fare la dovuta attenzione e tenere traccia delle varie transazioni che giustifichino che il pagamento è stato effettuato con i redditi provenienti dai genitori;
  • Presentare sempre la dichiarazione dei redditi – Molti non sanno che presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi, consente al contribuente di beneficiare della riduzione di un anno per i controlli fiscali. Quindi, presentare la dichiarazione dei redditi, anche nel caso in cui non ne siamo obbligati, mette il Fisco nella condizione di avere soli 5 anni e non 6, per accertare i nostri redditi. Perché non sfruttare questa occasione?!;
  • Coerenza e congruità degli studi di settore – In questo caso mi riferisco ai soggetti dati di partita Iva. Per loro il primo elemento su cui il Fisco fa distinzione è tra chi è “compliance” agli studi e chi invece non lo è. Il consiglio che posso darvi è quello di non truccare i dati. E’ inutile cercare di fare vedere che la situazione è rosea, quando invece, effettivamente l’annata è andata male, solo per essere congrui agli studi di settore, e quindi evitare accertamenti. Il Fisco ormai conosce queste modalità ed accerta anche i contribuenti che mascherano gli studi di settore. Se avete fatto tutto in regola, ma l’annata è andata male, non abbiate paura di un controllo. L’ausilio di un commercialista preparato vi aiuterà a passare indenni la verifica fiscale;
  • Lo spesometro e gli incroci di dati – Lo spesometro è la vecchia comunicazione clienti e fornitori, ovvero la trasmissione dei dati riguardanti tute le operazioni attive e passive intercorse nell’anno. In questo caso il Fisco incrocia i dati dei soggetti passivi Iva, per verificare che ogni transazione sia stata comunicata sia dal soggetto cedente che dal cessionario. Evitare di inserire operazioni nello spesometro è controproducente, e anzi vi aprirà direttamente le porte ad una verifica.

Tutti questi elementi se adeguatamente controllati possono portare il contribuente a dormire sonni più tranquilli. Quelli che vi ho illustrato sono semplici consigli basati sulle indicazioni che il Fisco comunica per procedere all’accertamento dei contribuenti. Tuttavia, anche se siete stati sfortunati ricordatevi sempre che potete chiedere aiuto al vostro Commercialista di fiducia, che saprà aiutarvi e consigliarvi sia nella fase accertativa, interlocutoria ed anche, nei casi peggiori, nella fase del contenzioso tributario.

FONTE: fiscomania.com