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Banche. Unimpresa, subito fondo sofferenze, ma non sia regalo a grandi gruppi

Arcobaleno UnimpresaIl presidente Longobardi: “Bene iniziatica allo studio del governo ma fare attenzione”. Analisi dell’associazione: il 67% dei finanziamenti non ripagati da famiglie e imprese si riferisce, infatti, a crediti superiori a 500.000 euro. Sul totale delle sofferenze pari a 162,2 miliardi di euro a giugno 2014, 109,9 miliardi risultavano relativi a finanziamenti oltre il mezzo milione di euro erogati ad appena 51.324 soggetti, il 4,23% dei clienti “problematici” degli istituti; 20,9 miliardi di sofferenze sono a carico di soli 505 soggetti, lo 0,04% del totale; sul 95% dei clienti (più di 1 milione di soggetti), che hanno prestiti da 250 euro a 500.000 euro, pesa solo il 32% delle sofferenze (52 miliardi).

“Accogliamo con favore il progetto del governo per risolvere il problema delle sofferenze delle banche: è un problema che va risolto su base sistemica e un supporto da parte dello Stato può essere utile. L’iniziativa però non deve trasformarsi in un regalo ai grandi gruppi industriali che pure hanno enorme responsabilità proprio in relazione alla montagna di finanziamenti incagliati e dubbi degli istituti di credito”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, in relazione al progetto allo studio del governo volto a creare una sorta di bad bank a partecipazione pubblica in cui far confluire i prestiti bancari non ripagati dalle imprese. “Bisogna fare attenzione e selezionare” aggiunge Longobardi ricordando il rapporto del Centro studi di Unimpresa che ha dimostrato come le sofferenze delle banche siano legate principalmente ai grandi prestiti non rimborsati: il 67% dei finanziamenti non ripagati da famiglie e imprese si riferisce, infatti, a crediti superiori a 500.000 euro. Sul totale delle sofferenze pari a 162,2 miliardi di euro a giugno 2014, 109,9 miliardi risultavano relativi a finanziamenti oltre il mezzo milione di euro erogati ad appena 51.324 soggetti, il 4,23% dei clienti “problematici” degli istituti; 20,9 miliardi di sofferenze sono a carico di soli 505 soggetti, lo 0,04% del totale; sul 95% dei clienti (più di 1 milione di soggetti), che hanno prestiti da 250 euro a 500.000 euro, pesa solo il 32% delle sofferenze (52 miliardi).

Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia aggiornati a giugno 2014, il 67,78% delle sofferenze delle banche, cioè 109,9 miliardi su 162,2 miliardi complessivi, è relativo a finanziamenti superiori a 500.000 euro. Si tratta di finanziamenti erogati ad appena 51.324 soggetti (imprese o famiglie), il 4,23% degli 1.214.197 clienti “problematici” degli istituti. Nel dettaglio, 13,7 miliardi di sofferenze (8,45%) si riferiscono a finanziamenti da 500.000 euro a 1 milione, erogati a 23.258 soggetti (1,92%); 21,7 miliardi (13,39%) si riferiscono a prestiti da 1 milione fino a 2,5 milioni, concessi a 16.760 clienti (1,38%); 17,9 miliardi (11,09%) sono relativi a crediti da 2,5 milioni a 5 milioni, erogati a 6.248 clienti (0,51%); 35,6 miliardi (21,97%) si riferisce a finanziamenti da 5 milioni a 25 milioni, concessi a 4.553 soggetti (0,37%); 20,9 miliardi (12,88%) è legato a prestiti superiori a 25 milioni erogati a 505 clienti (0,04%).

Circa un terzo delle sofferenze (32,22%), cioè 52,2 miliardi, è invece legato a finanziamenti di importo minore che vanno da 250 euro a 500.000 euro, concessi a una platea molto vasta di clienti ora in difficoltà, pari a 1.162.873 soggetti (il 95,77% del totale). Nel dettaglio, 6,1 miliardi di sofferenze (3,77%) si riferisce a finanziamenti da 250 euro a 30.000 euro erogati a 752.635 clienti (61,99%); 7,2 miliardi (4,45%) sono relativi a prestiti da 30.000 euro a 75.000 euro concessi a 162.535 soggetti (13,39%); 8,07 miliardi (4,98%) è relativo a crediti da 75.000 euro a 125.000 euro erogati a 90.375 clienti (7,44%); 17,4 miliardi (10,78%) si riferisce a finanziamenti da 125.000 euro a 250.000 euro concessi a 112.526 soggetti (9,27%); 13,3 miliardi è legato a crediti da 250.000 euro a 500.000 euro erogati a 44.802 clienti (3,69%).

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